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Quando la sera me ne torno a casa non ho neanche voglia di parlare. Tu non guardarmi con quella tenerezza come fossi un bambino che ritorna deluso. Sì, lo so, che questa non è certo la vita che ho sognato un giorno per noi. Vedrai, vedrai, vedrai che cambierà, forse non sarà domani, ma un bel giorno cambierà. Vedrai, vedrai, non son finito, sai, non so dirti come e quando, ma vedrai che cambierà. Preferirei sapere che piangi, che mi rimproveri di averti delusa, e non vederti sempre così dolce accettare da me tutto quello che viene. Mi fa disperare il pensiero dite e di me che non so darti di più. Vedrai, vedrai, vedrai che cambierà, forse non sarà domani, ma un bel giorno cambierà. Vedrai, vedrai, non son finito, sai, non so dirti come e quando, ma vedrai che cambierà.
 

E lontano, lontano nel tempo, qualche cosa negli occhi di un altro, ti farà ripensare ai miei occhi, a quegli occhi che ti amavano tanto. E lontano, lontano nel mondo, un sorriso sulle labbra di un altro, troverai quella mia timidezza, per cui tu mi prendevi un po' in giro. E lontano, lontano nel tempo, l'espressione di un volto per caso ti farà ripensare al mio volto l'aria triste che tu amavi tanto. E lontano, lontano nel mondo una sera sarai con un altro, e ad un tratto chissà come e perché ti troverai a parlargli di me, di un amore ormai troppo lontano.

 

...Angela, Angela, angelo mio, io non credevo che questa sera, sarebbe stato davvero un addio, Angela credimi, io non volevo...

 

...Sei per me la sola donna, e voglio amarti per l’eternità. Risento come musica divina, la voce tua nel sussurrarmi "t'amo". Averti fra le braccia è un desiderio, un sogno che in eterno resterà, ed il sogno sarà una dolce realtà, finché il nostro amore vivrà...

 

Cara maestra, un giorno m’insegnavi, che a questo mondo noi, noi siamo tutti uguali, ma quando entrava in classe il direttore, tu ci facevi alzare tutti in piedi, e quando entrava in classe il bidello,ci permettevi di restar seduti...

 

CIAO AMORE, CIAO

Testo e Musica di L TENCO

I

La solita strada

bianca come il sale;

il grano da crescere

i campi da arare;

guardare ogni giorno

se piove o c’è il sole

per saper se domani

si vive o si muore

e un bel giorno dire basta

e andare via.

Ciao amore, ciao amore, ciao amore, ciao.

Ciao amore, ciao amore, ciao amore, ciao.

Andare via lontano,

cercare un altro mondo,

dire addio al cortile,

andarsene piangendo.

II

E poi mille strade

grigie come il fumo,

in un mondo di luci

sentirsi nessuno.

Saltare cent’anni

in un giorno solo:

dai carri nei campi

agli aerei nel cielo,

e non capirci niente

e aver voglia di tornare da te.

Ciao amore, ciao amore, ciao amore, ciao.

Ciao amore, ciao amore, ciao amore, ciao.

Non saper fare niente,

in un mondo che sa tutto;

e non avere un soldo

nemmeno per tornare.

Ciao amore, ciao amore, ciao amore, ciao.

Ciao amore, ciao amore, ciao amore, ciao

 

Vorrei provare ad essere un’altra persona, per vedere me stesso, come mi vedono gli altri. Vorrei sapere qual'è l’impressione che prova chi, non sa per nulla, quello che faccio e che sono...

 

...E lontano, lontano nel mondo, una sera sarai con un altro, e ad un tratto chissà come e perché, ti troverai a parlargli di me, di un amore ormai troppo lontano.

 

...ed ora che avrei mille cose da fare, io sento i miei sogni svanire, ma non so più pensare a nient'altro che a te. Mi sono innamorato dite e adesso non so neppur io cosa fare, il giorno mi pento di averti incontrata, 
la notte ti vengo a cercare.

 

Quando il mio amore tornerà da me nel cielo una stella splenderà...
 

 

Se tu fossi una brava ragazza, alla sera invece di uscire, andresti a dormire. Al mattino invece di dormire, andresti a Messa...


BIOGRAFIA

Il 21 marzo 1938 nasce a Cassine, in provincia di Alessandria, da Teresa Zoccola vedova Tenco. Il signor Giuseppe Tenco, morto in circostanze misteriose (pare per il calcio di una mucca alla tempia) esattamente 6 mesi prima, il 21 settembre 1937, non è però il vero padre di Luigi. La paternità, mai riconosciuta legalmente, era di un giovane che, nel dopoguerra, avrebbe intrapreso l'attività di avvocato e sarebbe deceduto nel 1985.

Nel 1948 la famiglia Tenco, composta dalla madre Teresa Zoccola, dal piccolo Luigi e dal fratello maggiore Valentino, si trasferisce a Genova, dove avvia una attività di commercio all'ingrosso di vini piemontesi; qui inizia a frequentare la scuola media.

Nel 1951 si iscrive al Liceo Classico Andrea Doria, frequenta un solo anno (suo compagno di banco: Bruno Lauzi) e poi passa al Liceo Scientifico, prima al Cassini e poi al Galilei.

Raggiunge la maturità il 29 luglio 1956, presentandosi come privatista. Si iscrive all'università, bienno propedeutico di Ingegneria.

Tra il 1953 e il 1958 forma parecchi gruppi musicali insieme ai suoi amici dell'adolescenza (tra i quali, Gino Paoli, Bruno Lauzi, Fabrizio De Andrè, Marcello Minerbi, Ruggero Coppola, i fratelli Reverberi): il repertorio è più che altro composto da musica jazz e dai primi esempi di Rock & Roll. Luigi suona dapprima il clarinetto, poi si specializza con il sax. I suoi idoli sono Jelly Roll Morton, Chet Baker, Gerry Mulligan, Paul Desmond, dai quali trae ispirazione.

Nel 1957 conosce Marcello Minerbi (che negli anni '60 avrebbe fondato il gruppo dei Los Marcello's Ferials"). Viene preso insieme a Ruggero Coppola nel gruppo di Minerbi (che si chiama "Tony, Marcello e Max") e suona nei locali genovesi.
Va a suonare a San Pellegrino Terme insieme a Dino Siani e in seguito con Marcello Minerbi e Ruggero Coppola.
Va a suonare al Grand Hotel Stella Alpina di Stresa, nella band di Lino Patruno.
Il 2 Giugno dello stesso anno supera l'esame Disegno 1, voto 20/30. In seguito fallisce per due volte l'esame di "Geometria analitica e proiettiva" (esaminato dal prof. Togliatti, fratello dell'allora segretario del Pci). Quindi cambia corso e si iscrive a Scienze Politiche.

Nel 1958 inizia la tournée in Germania, con Celentano e Gaber.
Con Paoli ed altri amici forma il gruppo "I diavoli del rock".
Suona al Santa Tecla di Milano con Giorgio Gaber, Enzo Jannacci e Gianfranco Reverberi. Poi, nuovamente a Genova, con Gaber e Reverberi alla "Piccola Baita".

Nel 1959 raggiunge a Milano Gianfranco Reverberi, che è stato assunto dalla Ricordi e che introduce Tenco negli studi di registrazione come strumentista. In breve tempo, passa dal saxofono alla voce: comincia ad incidere le prime canzoni, dapprima quelle scritte da altri, poi quelle di sua composizione.
Escono i primi 3 dischi 45 giri, per la Ricordi. Le canzoni sono "Mai", "Giurami tu", "Mi chiedi solo amore", "Senza parole". Si firma con il solo cognome.
Escono ancora 2 dischi 45 giri, con lo pseudonimo di Gigi Mai. Le canzoni sono: "Amore", "Non so ancora", "Vorrei sapere perché", "Ieri".

Nel 1960 supera l'esame fondamentale di "Geografia politica ed economica", voto 24/30 e successivamente gli viene rilasciata la patente automobilistica, categoria "C".
Esce in 45 giri il primo successo: "Quando", firmato però dallo pseudonimo di Dick Ventuno.

Nel 1961 esce un altro 45 giri con "Quando", questa volta con il suo vero nome e cognome. La seconda canzone è "Triste sera".
Esce il 45 giri di "Il mio regno" e "I miei giorni perduti".
Esce il 45 giri di "Una vita inutile" e "Ti ricorderai".
Supera l'esame complementare di Sociologia, voto 24/30. Non sostiene più esami e rimane iscritto all'università fino all'anno 1964.
Esce un 45 giri, con "Quando" e "Ti ricorderai".
Esce un 45 giri con "Ti ricorderai" e "Se qualcuno ti dirà".

Esce un 45 giri con "Come le altre" e "La mia geisha".
In estate gira il film “la cuccagna” di Luciano Salce.
A settembre esce il 45 giri con le canzoni del film "La cuccagna": "Quello che conta", "Tra tanta gente" (entrambe scritte da Luciano Salce ed Ennio Morricone) e "La ballata dell'eroe" (scritta dall'amico Fabrizio De Andrè).
A novembre esce il suo primo 33 giri, dove troviamo "Mi sono innamorato di te", "Angela" e "Cara maestra". Pochi giorni più tardi, il 17 novembre, esce un 45 giri contenente le prime due canzoni.
Nel 1963 litiga con Gino Paoli per via del flirt con la giovanissima attrice Stefania Sandrelli, allora appena 17enne. I due cantautori rompono ogni rapporto e non si parlano mai più.

A settembre esce l'ultimo 45 giri per la Ricordi: "Io sì" e "Una brava ragazza", entrambe dal testo troppo esplicito per l'epoca, e dunque subito censurate.

Nel 1964 inizia la collaborazione con l’etichetta discografica Jolly (Joker) e il 15 Aprile esce il 45 giri di "Ragazzo mio", canzone dedicata, a quanto pare, ad Alessandro (figlio di un suo amico, Roy Grassi). La seconda canzone è "No, non è vero". Nel corso dell’anno prende parte allo sceneggiato della Rai-Tv "La comare".

Nel Gennaio del 1965 dopo parecchi rinvii per motivi di studio, si arrende all'inevitabile e parte per fare il servizio militare a Firenze, nei Lupi di Toscana. A Maggio esce il secondo album, contenente "Ho capito che ti amo", "Ragazzo mio" e la prima versione di "Vedrai vedrai".
A dicembre compie una tournée di 10 giorni a Buenos Aires (Argentina) dove è atteso come ospite d'onore ad una trasmissione televisiva, la cui sigla è "Ho capito che ti amo", scritta da Luigi e popolarissima in tutto il Paese sudamericano. L'accoglienza che gli viene tributata supera quella riservata ai Capi di Stato e il 22 del mese partecipa con gran successo allo show televisivo “Casino Philips” l’equivalente del nostro "Fantastico", trasmesso in Argentina.

Nel 1966 entra in vigore il contratto che lo lega all’etichetta discografica Rca e a Marzo si congeda dal servizio militare. Nell’estate dello stesso anno, la canzone "Lontano lontano" (diventata in seguito un ever-green) partecipa al concorso "Un disco per l'estate" e si piazza all'ultimo posto. Nell’agosto 66 si verifica l’incontro più significativo della sua vita, quello con la cantante italo-francese Dalida. A Settembre Luigi è a Parigi, insieme ad alcuni funzionari della Rca, per presentare a Dalida la canzone "Ciao amore" e qui nasce l'idea della partecipazione di Tenco e Dalida al prossimo Festival di Sanremo. A Novembre partecipa ad un dibattito sul tema “La canzone di protesta”, tenutosi al "Beat 72" di Roma e qui viene pesantemente contestato dai giovani presenti in sala. Nello stesso mese denuncia ai Carabinieri di Recco (Genova) l'acquisto di una pistola, Walther Ppk, calibro 7,65. Per il veglione di Capodanno, si esibisce alla "Casina Valadier" di Roma. Dimostra nervosismo e, quando gli spettatori coprono una sua canzone con il rumore delle trombette, si ferma per urlare "quelle trombette mettetevele nel culo".

Nei primissimi giorni del 1967, è costretto, per questioni legali a cambiare il titolo della sua canzone da "Ciao amore" a "Ciao amore, ciao".
Il 26 Gennaio partecipa al XVII° Festiva di Sanremo, in coppia con Dalida. La sua canzone "Ciao amore, ciao" viene subito eliminata, prima dalle giurie (38 voti su 900) poi da una speciale commissione di "esperti".

Il 27 Gennaio alle ore 2:15 circa, viene trovato morto da Dalida nella sua stanza d'albergo, la 219 nella dependance dell'Hotel Savoy di Sanremo.

Il funerale si svolge a Cassine (Alessandria) il 30 Gennaio.


CON FABRIZIO DE ANDRE’

 Luigi dimostrò per Fabrizio, 2 anni più giovane di lui, un'amicizia speciale. E De Andrè, al contrario di altri, dopo la tragedia di Sanremo non dimenticò mai l'amico: gli dedicò una commovente canzone (Preghiera in Gennaio), e fino all'ultimo non perse occasione per manifestargli il suo grande affetto.
Fabrizio De Andrè e Tenco si conoscevano già dai tempi del Modern Jazz Group (1956/58) dove avevano militato entrambi, Fabrizio alla chitarra, e Luigi - presenza saltuaria - al sax.
Così De Andrè riferì a Luigi Viva quel primo incontro:

"A quel tempo ci conoscevamo appena, con lui le prove non le ho mai fatte; arrivava, suonava e subito dopo se ne andava"

 La vera amicizia tra i due nacque nel 1960, quando arrivò il primo successo di Tenco con "Quando": De Andrè andava in giro affermando di essere lui l'autore della canzone. Un giorno, alla Cambusa di Piazza De Ferrari, Tenco lo affrontò. Così Gianfranco Reverberi racconta l'episodio a Luigi Viva:

 "Mi ricordo quando Luigi, divertito, mi raccontò questa storia. Si conoscevano appena e gli era giunta voce che Fabrizio andava in giro dicendo che "Quando" l'aveva scritta lui. Luigi non ci pensò due volte e andò a cercarlo. Una sera finalmente lo incontra e gli fa:
- senti un po', sei tu che vai in giro dicendo che hai scritto "Quando"?
A questo punto pare che Fabrizio gli abbia risposto:
- guarda, ero con una donna alla quale piaceva "Quando". Ho detto che l'ho scritta io e me la sono fatta.
Al che Luigi, scoppiando a ridere:
- Beh! Se le cose stanno così..."

 Nel giugno 1961, in occasione della prima "uscita" serale di Fabrizio De Andrè con colei che sarebbe diventata la sua prima moglie (Enrica Rignon) la coppia andò ad ascoltare l'orchestra di Luigi Tenco ai Bagni Tre Pini. A metà serata, Tenco invitò De Andrè ad esibirsi, così l'amico imbracciò la chitarra e cantò "La ballata del Michè" e "La ballata dell'eroe".
Quest'ultima canzone venne poi presa da Tenco per il film “la Cuccagna”. Si narra che Luigi arrivò a litigare persino con il regista Luciano Salce, per convincerlo ad inserirla nella colonna sonora del film. Poi telefonò a Fabrizio per chiedergli il permesso. Ecco cosa disse De Andrè a Luigi Viva:

 "Più che cercare di aiutarmi mi stimava. Gli serviva una canzone e, mentre avrebbe potuto prendersela tranquillamente (una volta depositato un pezzo chiunque lo può utilizzare) fu così delicato da telefonarmi.
- Ti va se ti piglio "La ballata dell'eroe"?, disse.
- Ma figurati, Luigi, mi fa piacere."

 Fu Tenco il primo a parlare pubblicamente di De Andrè come autore di canzoni. Durante una intervista concessa a Radio Montecarlo, Tenco arrivò a lamentare:

 "Anzichè trasmettere la solita musica, perchè non fate ascoltare le canzoni del mio amico Fabrizio?".

E in un'altra intervista, mandata in onda sempre da Radio Montecarlo nel novembre 1966:

 - Ed ora sentiamo un cantante che ti piace.
- Un cantante che mi piace è un mio amico di Genova, un certo Fabrizio.

- Questi genovesi... vi volete bene, tra di voi genovesi?
- Affetto profondo. Tra l'altro ho fatto un film 3 anni fa, nel quale io ho inserito una canzone di questo ragazzo.

- Era "L'albero della Cuccagna?"
- Esatto. La canzone era "La ballata dell'eroe" di Fabrizio, che parlava appunto di questo eroe.

 I due avevano anche intenzione di lavorare insieme, ma non ce ne fu il tempo.
Comunque, una collaborazione tra loro ci fu, siccome tra le carte di Luigi venne trovato un primitivo testo del "Cantico dei drogati", canzone che Fabrizio pubblicò nel 1968 nell'album "Tutti morimmo a stento".
De Andrè ha raccontato a Renzo Parodi:

 "Avevamo progettato di fare un disco insieme. Ricordo che ne parlammo un giorno seduti al Baretto, in Corso Italia, ambiente notoriamente frequentato da giovani borghesi di destra. Provocatoriamente io dicevo:
- Facciamo un disco anarchico.
E Luigi ribatteva:
- No, no, facciamo un bel disco comunista.
Vedemmo almeno quattro volte 'La battaglia di Algeri' di Pontecorvo e ne discutemmo per notti intere. Per me Luigi è stato un fratello e gli sarò sempre riconoscente"

 A proposito di quella serata al cinema, De Andrè raccontò a Luigi Viva:

 "Ci saremmo visti venti volte in tutto. Più che amicizia era una grossa stima reciproca, tale da arrivare a prometterci di incidere un disco insieme. Una sera ci incontrammo al cinema e, dopo aver visto "La battaglia di Algeri" andammo alla Foce con la sua macchina e lì, davanti al mare, abbiamo discusso tutta la notte di colonialismo, di guerre di liberazione e del contenuto del film. Umanamente ci siamo trovati"

 L'ultimo incontro tra Tenco e De Andrè avvenne pochi giorni prima del Festival di Sanremo, quando i due amici fecero le tre di mattina. De Andrè disse a Renzo Parodi:

 "Mi parlò della sua angoscia di affrontare la bolgia del Festival. Mi disse:
- Non vedo l'ora che tutto questo finisca per tornare da te e mettere su uno spettacolo insieme"

 Purtroppo, come sappiamo, ciò non avvenne mai, perchè qualche giorno più tardi...

 "Appena saputa la notizia della sua morte, mi precipitai all'obitorio. Quando lo vidi lì disteso, con questo turbante di garza insanguinato, mi colpirono il pallore della morte e il colore viola scuro delle sue labbra carnose. Le ho ancora impresse nella mente, e le menzionai nella canzone che scrissi sull'onda di quell'emozione partendo da una poesia di un autore del Novecento francese, Francis Jammes"

 Ed ecco quindi la commovente "Preghiera in gennaio", la prima delle tante Canzoni dedicate a Luigi...


TRIBUTI

Dopo la sua morte, Luigi Tenco ricevette quel favore del pubblico e della critica che gli erano stati negati in vita.
Appena terminato il Festival di Sanremo del 1967, il suo ultimo disco
"Ciao Amore, Ciao" andò letteralmente a ruba nei negozi, come spesso accade quando muore un artista: surclassò la concorrenza, vendendo sin dai primissimi giorni decine di migliaia di copie e subito risultò esaurito quasi ovunque. In due mesi ne vennero vendute 300 mila copie: il triplo di quanto Tenco era riuscito a vendere da vivo.
Al fine di sfruttare l'onda di quel successo postumo, le case discografiche per le quali Tenco aveva lavorato tirarono fuori dal cassetto quelle canzoni che lui aveva registrato ma non ancora pubblicato (e forse non l'avrebbe fatto mai, ma si sa, il business è il business).
Ecco perciò uscire dopo pochi mesi
"Se stasera sono qui", brano registrato da Tenco con il solo accompagnamento di un pianoforte, al quale vennero aggiunti un'improbabile orchestra e un coro, con arrangiamenti assolutamente non in "stile-Tenco".
La canzone venne poi registrata anche da Wilma Goich come tributo al cantautore e diventò il gran tormentone dell'estate 1967.
Così Mogol ricorda il retroscena che portò alla registrazione di quella canzone, nel suo libro "Mogol, umanamente uomo" (Sperling & Kupfer editori, 1999):

 

"[...] per convincerlo a cantare, una volta, ho dovuto quasi litigare. L'ho portato in una sala di incisione perchè volevo che registrasse 'Se stasera sono qui', una canzone che avevamo scritto insieme.
Credo che Tenco abbia lavorato solo con me, come autore, ma non la voleva cantare in quanto riteneva la sua voce poco adatta. Avevo proposto a Luigi: -Ti offro il pranzo però, prima di andare a mangiare, mi fai un regalo e canti 'Se stasera sono qui'.
E lui la cantò al pianoforte, da solo, insieme a un'altra canzone, Serenella di Donida. Mi fece come regalo queste due canzoni. Poi mi dimenticai del disco che finì nella discoteca della Ricordi.
E quando lui morì, la casa discografica fece mettere sotto a quella incisione, fatta solo al pianoforte, una intera orchestra e uscì 'Se stasera sono qui' che altrimenti non sarebbe stata mai pubblicata.
Questo perchè lui amava la canzone ma non si riteneva adatto a cantarla: per fortuna io non ero dello stesso avviso!".

 

LE CANZONI
Di tutt'altro tenore il tributo sincero e commosso dell'amico
Fabrizio De Andrè, che scrisse nello stesso anno la canzone “Preghiera in gennaio”:

Signori benpensanti spero non vi dispiaccia
se in cielo in mezzo ai Santi Dio fra le sue braccia
soffocherà il singhiozzo di quelle labbra smorte
che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte
[...]

Quella di Fabrizio De Andrè fu la prima di una lunga serie di canzoni dedicate a Luigi. L'elenco completo comprende, in ordine cronologico:

  1. Fabrizio De Andrè: "Preghiera in gennaio" (De Andrè) - pubblicata nell'album "Volume 1", Belldisc, 1967. Ispirata ad una poesia di Francis Jammes.
  2. Fabio Trincale: "Ballata di Sanremo" (Trincale) - Fonola, 1967.
  3. Le pecore nere: "Ricordo un ragazzo" (Morina, D'Ercole, Melfa) - Rca, 1967.
  4. Aguaviva: "Ciao amico, ciao" (Minellono, Remigi) - Carosello, 1972. Presentata in concorso al Festival di Sanremo 1972, eliminata al primo turno (sempre il solito destino).
  5. Francesco De Gregori: "Festival" (De Gregori) - pubblicata nell'album "Buffalo Bill", Rca, 1976.
  6. Herbert Pagani: "Da niente a niente" (Pagani, Limentani, Peyrac) - pubblicata nell'album "Palcoscenico", Rca, 1976. Cover (con testo riscritto da Pagani e Limentani) di "So far away from L.A." del cantautore francese Nicolas Peyrac (che però non commemorava Tenco, bensì la sfortunata attrice americana Sharon Tate).
  7. Ombretta Colli: "Luigi e gli americani" (Gaber, Colli) - Fonit Cetra, 1984.
  8. Francesco De Gregori: "Ciao ciao" (De Gregori) - pubblicata nell'album "Scacchi e tarocchi", Rca, 1985.
  9. I Baraonna: "Lontano nel tempo" (Giordano, Caporale) - pubblicata nell'album "Tenco interpretato dai Baraonna - Lontano nel tempo", Rossodisera, 1997.
  10. Paolo Montevecchi: "Su questo palco" (Montevecchi) - Zumpappà, 1999. Iscritta al Festival di Sanremo del 2000 (tra le Nuove Proposte), la commissione selezionatrice non l'ha ammessa alla manifestazione (confermando la tradizione negativa).
  11. Tosca: "Ciao Luigi" (Marra, Formentini), Alabianca, 2002.


 
LIBRI & PUBBLICAZIONI VARIE
Le prime pubblicazioni in assoluto su Luigi Tenco furono gli ormai storici "numeri unici" del Club Tenco di Venezia, tra la fine degli anni '60 e i primi anni '70, conservati gelosamente ancora oggi da un gruppo appassionato di collezionisti.
Ma si dovette attendere il 1976 per vedere in libreria il primo volume sul cantautore. Ecco la scaletta in ordine cronologico (soltanto gli ultimi quattro titoli sono reperibili in commercio):

  1. Mario Luzzatto Fegiz: "Morte di un cantautore", Gammalibri, 1976.
  2. Aldo Fegatelli Colonna: "Luigi Tenco", Lato Side, 1982.
  3. Aldo Fegatelli Colonna: "Luigi Tenco", Muzzio, 1987.
  4. Roy Grassi: "Luigi Tenco, è stato davvero un suicidio?", Graphos, 1992.
  5. Renzo Parodi: "Luigi Tenco", Tormena, 1997.
  6. Aldo Fegatelli Colonna: "Luigi Tenco, vita breve e morte di un genio musicale", Mondandori, 2002.
  7. Enrico De Angelis: "Io sono uno: canzoni e racconti", Baldini & Castoldi, 2002 (con videocassetta allegata).
  8. Nedo Gonzales & Mario Dentone: "Luigi Tenco - Trentacinque anni da quel Sanremo", Bastogi, 2003.

FILM, DOCUMENTARI, TEATRO, TV
Già nel 1977, la Rai decise di dedicare a Luigi Tenco un telefilm (oggi diremmo fiction), intitolato
"Vedrai che cambierà", realizzato da Paolo Poeti, Giancarlo Governi e Leoncarlo Settimelli. Quel lavoro venne aspramente contestato da Valentino Tenco.

Tredici anni più tardi, la Rai replicò il suo interesse dedicando a Luigi l'ultima puntata della trasmissione di Corrado Augias "Telefono Giallo", andata in onda su Rai 3 il 20 febbraio 1990, alla quale parteciparono il fratello Valentino Tenco e decine di amici e colleghi di lavoro del cantautore.
Nel 1997, in occasione del trentesimo anniversario della morte, veniva rappresentata al Teatro dell'Ateneo di Genova una piece teatrale dedicata al cantautore, scritta da Mario Dentone e intitolata
"Una prigione di vetro".
Il 30 settembre 2001, nuovamente la Rai ha dedicato al cantautore una puntata di
"Ritratti", una serie di documentari televisivi creati da Giancarlo Governi e Leoncarlo Settimelli.
Il 2 dicembre 2001 un altro testo teatrale, intitolato
"Un giorno dopo l'altro - Appunti sulla vita di Luigi Tenco", scritto da Francesco Gravino ed Edgardo Caputo, è andato in scena al Teatro Comunale "Giuseppe Verdi" di San Severo (Foggia). Lo spettacolo è stato poi replicato il 9 novembre 2002.
Il 28 febbraio 2003, la trasmissione di Rai 3
"Enigma" è stata dedicata alla misterosa morte di Luigi Tenco. Ospiti in studio, tra gli altri, i giornalisti Aldo Fegatelli Colonna, Marco Buttazzi e Andrea Pomati che da anni indagano sul giallo di Sanremo.
Infine, è in preparazione un film su Luigi Tenco, prodotto dalla Movie Factory di Roma. Il titolo provvisorio è
"Quello che vedo", come ha dichiarato il regista Pier Paolo Prigione.


COMMENTO PERSONALE

Luigi Tenco mi ha catturato in un pomeriggio autunnale quando ascoltai per la prima volta il suo grande successo "Mi sono innamorato di te"; ancora non conoscevo il suo vasto repertorio e la sua vita intensa, mi era solo capitato una sera di guardare parte di una puntata del programma televisivo "Enigma" su Rai Tre che trattava il mistero della sua morte al Festival di Sanremo '67. Le parole della sua poesia mi hanno colpito in modo profondo, allo stesso modo in cui anni prima, mi avevano colpito quelle di De André, solo che la poesia di Tenco era molto personale. Col passare dei mesi ho avuto la fortuna di collezionare quatto cd della sua discografia. In essi, ascoltando e riascoltando, ho ammirato in modo particolare, il fatto che sapesse narrare oggettivamente e allo stesso tempo duramente, il tema dell'amore e dei rapporti interpersonali; da tutto ciò ho conosciuto un uomo dal grande spirito e dalla grande capacità di amare e di vivere grazie all'amore, ma allo stesso tempo un tipo riservato che, come ho avuto modo di constatare, è poco conosciuto o per meglio dire è stato dimenticato da chi lo ricordava e proprio per questo non c'è stata quella catena generazionale che gli permettesse di poter continuare a far ridere, piangere e ragionare le generazioni future. Perchè, gli anni sessanta, erano troppo restrittivi in tutti i sensi ? Perchè, i suoi testi, venivano censurati ? Perchè, al pubblico piaceva ascoltare canzoni sdolcinate che non raccontavano la realtà di quegli anni, ma solo un gigantesco miscuglio di falsità e mezze verità ? Secondo me, queste domande si raggiravano nella mente di Luigi, che ne soffriva in silenzio. La sua morte credo che sia la conseguenza inevitabile di noi italiani superficiali del sessanta...